Francesco Martini

UN GIOVANE IN DIREZIONE

15 marzo 2022

Tempo di lettura: 6 min

Si sente spesso parlare di spopolamento della montagna, e di quanto i giovani vadano a vivere in città o all’estero in cerca di un futuro. Per fortuna, però, non è sempre così e le opportunità, a volte, si trovano nei luoghi più inaspettati.

Ciao Francesco, parlaci un po’ di te.

 

«Ciao! Mi chiamo Francesco Martini, ho 32 anni e vengo da Ornella, un paesino della Valle di Fodom non lontano da Arabba, e ho una laurea in ingegneria Elettronica, conseguita presso l’università di Udine. La mia carriera sugli impianti è iniziata come agente: ho infatti lavorato alla Sofma per due stagioni, dal 2014 al 2016, mentre stavo ancora studiando. Appena laureato, mi è stata offerta l’opportunità di entrare a far parte della gestione della società, affiancando il responsabile di allora Leandro Santin: è stato un momento molto importante per me sia dal punto di vista professionale che emotivo: da un lato, infatti, potevo finalmente mettere in pratica le conoscenze acquisite durante gli studi lavorando sul campo, e dall’altro il fatto di essere stato scelto per questo ruolo nonostante la mia giovane età è stato senz’altro molto appagante».

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Posso immaginarlo! Ma parlaci un po’ più nel dettaglio in che cosa consiste il tuo lavoro e come si è evoluto nel corso degli anni.

 

«Il mio lavoro è quello di assistente alla direzione, e in quanto tale mi occupo trasversalmente di tanti settori: non è certamente un lavoro caratterizzato da una routine uguale tutti i giorni…per fortuna!. In generale rispondo della sicurezza della zona sciistica di Portavescovo del gruppo Funivie Arabba, supervisionando tutte le operazioni di sicurezza. Lo posso fare anche grazie alla collaborazione degli agenti operativi, che mi affiancano nei lavori più impegnativi e tecnici. Nel corso della mia esperienza, ho avuto modo di arricchire la mia conoscenza del settore neve – valanghe: prima affiancando i precedenti responsabili, e poi frequentando i corsi Aineva, l’associazione di riferimento per quanto riguarda prevenzione e informazione nel settore neve – valanghe. Inoltre, il territorio su cui si trovano le piste di Arabba, soprattutto la parte di Porta Vescovo, è caratterizzato da una certa ostilità e problematicità in materia di valanghe, alla quale bisogna far fronte con tecnologie avanzate e una preparazione molto specifica: anche per questo motivo, questo ambito rappresenta una delle parti più importanti e impegnative del mio lavoro».

«Il mio non è di certo un lavoro di routine: il territorio di Porta Vescovo, infatti, soprattutto nella zona delle Salere, è particolarmente ostico dal punto di vista delle valanghe, e richiede un grande lavoro di prevenzione».

Immagino quindi che svolgere questo lavoro in un territorio come quello di Arabba possa dare molte soddisfazioni.

 

«Certo che sì: le tecnologie che possediamo ci permettono infatti di coprire tutto il ventaglio delle tipologie di distacco preventivo delle valanghe. Utilizziamo sia esplosivo tradizionale (dinamite), che tecnologie più all’avanguardia, come i cannoni Gazex, dei sistemi permanenti il cui funzionamento consiste nella detonazione di una miscela di gas (ossigeno e propano) all’interno di un esploditore ancorato al terreno, il quale è collegato tramite tubazioni ad un deposito con le riserve di gas. Utilizziamo anche il più moderno O’BellX, un altro sistema fisso costituito da un palo di supporto e un modulo in cui si trovano le bombole dei gas (ossigeno e idrogeno). Attraverso un cono d’esplosione, gli O’BellX trasmettono l’onda d’urto al manto nevoso, provocando il distacco della valanga. Questi dispositivi vanno poi rimossi a fine stagione con l’elicottero per la manutenzione degli stessi e la ricarica dei gas».

 

Una bella responsabilità! Volevo chiederti inoltre come si è evoluto il tuo lavoro da quando esiste Funivie Arabba e come hai vissuto questa transizione?

 

«Dal punto di vista pratico, c’è stata una certa continuità delle mie mansioni da quando ero in Sofma a oggi che esiste Funivie Arabba, ma è aumentata la mole di lavoro, ovviamente! Personalmente ho accolto questa unione con entusiasmo, in quanto credo che costituisca un cambiamento in positivo per la località intera. Passare da quattro società separate ad una rete d’impresa come questa permette di avere una forza con cui farsi riconoscere senza dubbio maggiore, dando la possibilità ad Arabba di emergere rispetto alle valli vicine».

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Concludendo, perché secondo te un giovane dovrebbe lavorare in Funivie Arabba?

 

«Innanzitutto perché l’azienda ha una possibilità di sviluppo enorme e, inoltre, essendo un gruppo di recente creazione, l’ambiente in cui si lavora è giovane, dinamico e molto innovativo. Oltre a ciò, ma questa è una ragione personale, ho un certo legame affettivo con questo mondo: mio padre, prima di me, ha lavorato quasi tutta la sua vita sulla funivia di Portavescovo, e per me è diventata quasi una seconda casa. Ultimo ma non meno importante, lavorare in un’azienda con la quale condivido i valori a cui fa riferimento, come l’amore per il proprio territorio e la volontà di farlo prosperare, ed essere testimone della crescita del gruppo a vantaggio del comune in cui abito, è senza dubbio un incentivo notevole nella vita lavorativa di tutti i giorni».

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