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50° Anniversario di Impianti Turistici Boè

LE TAPPE FONDAMENTALI NEL RACCONTO DI CINZIA DEMATTIA

30 agosto 2022

Tempo di lettura: 4 min

Lo scorso 25 aprile è ricorso il 50° anniversario della fondazione di Impianti Turistici Boè S.p.a. SB, la società capofila del gruppo Funivie Arabba. In questo articolo ripercorriamo alcuni dei momenti più significativi con Cinzia Demattia, moglie di Ugo De Battista, fondatore della società.

La Impianti Turistici Boè S.p.a. SB compie 50 anni: in attesa di festeggiare questo importante traguardo a fine estate in presenza dei soci e dei collaboratori della società, Cinzia Demattia, moglie di Ugo De Battista, fondatore e deus ex machina della società fino alla sua scomparsa, avvenuta nel 2017, ci racconta le tappe fondamentali di questo mezzo secolo di storia. 

 

Per fare questo, dobbiamo fare un salto indietro nel tempo fino al 1956, l’anno delle Olimpiadi Invernali di Cortina, che fu un evento importante per risvegliare il turismo invernale, ancora assopito a causa degli anni della guerra. È proprio in questo stesso anno, infatti, che ad Arabba viene costruita la prima seggiovia dall’Azienda di Soggiorno: una monoposto con 60 seggiole che saliva sul Monte Burz. Siamo negli anni del pionierismo, della tabula rasa in cui tutto è possibilità: ad intuire il potenziale di sviluppo della località, in questa prima fase, sono soprattutto persone che vengono da fuori, come gli imprenditori bellunesi che fondarono la Sofma nel 1962, grazie ai quali venne costruita nel 1971 la prima funivia Arabba – Porta Vescovo.

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I primi anni e la visione imprenditoriale autoctona

A livello locale non mancava una certa visione imprenditoriale, ridestata dalle mosse degli imprenditori bellunesi, che fungono da stimolo per alcuni abitanti della Valle di Fodom a scendere in campo ed entrare a far parte del gioco da protagonisti. Su tutti, un uomo in particolare è fermamente convinto che Arabba abbia delle enormi possibilità di sviluppo: si tratta di Ugo De Battista, un albergatore di Arabba che il 25 aprile 1972 pone le basi per la costruzione di qualcosa destinato a diventare grande: assieme ad altri 29 soci, fonda la Impianti Turistici Boè S.p.a. (da qui in avanti, per comodità Sit Boè).

 

La prima mossa della neonata società fu quella di costruire una nuova seggiovia sul Monte Burz, in un anno in cui la stagione invernale non era partita nel migliore dei modi: «Pensate che il primo Natale della Sit Boè non si sciò: la nuova seggiovia del Burz era ancora in costruzione, la funivia di Porta Vescovo doveva essere riparata dopo l’incendio dell’anno prima, e come se non bastasse non c’era un minimo di neve! Ricordo ancora le file di clienti che si lamentavano perché non potevano sciare. Dovettero aspettare il 5 febbraio, giorno in cui aprì il primo impianto della Sit Boè», racconta Cinzia.

 

Da quel momento, nel giro di pochi anni vennero poste le basi per tutto lo sviluppo degli anni a venire, e non solo per Arabba: dalla nascita di Dolomiti Superski nel 1974, resa possibile anche grazie alla volontà di Ugo, alla chiusura in entrambi i sensi del giro della Sellaronda nel 1979, fino alla costituzione del Consorzio Impianti Arabba nell’84. In tutti questi anni ciò che ha sempre caratterizzato la leadership della Sit Boè è stata la consapevolezza che soltanto unendo gli sforzi di tutti si poteva pensare di raggiungere obiettivi di ampio respiro, e che il potenziale di Arabba era enorme e ancora in gran parte inespresso.

Ugo ha sempre visto un futuro sciistico nella zona di Arabba: era convinto che con le giuste mosse il nostro territorio si sarebbe sviluppato in tutte le sue potenzialità.

Gli anni senza neve: la crisi

In questi primi quindici anni, la società andò incontro a uno sviluppo importante, al quale seguì un periodo di crisi: come qualcuno ricorderà, gli anni 88-89 e 89-90 furono infatti caratterizzati da una quasi totale assenza di neve, e come se non bastasse in questo stesso periodo la società aveva fatto un grosso investimento per costruire il Rifugio Bec de Roces, ultimato nel 1989. In quegli anni ad Arabba non esisteva ancora l’innevamento programmato, e la neve era talmente poca che «la sciovia le Pale dovette rimanere chiusa per ben due stagioni di fila. Ricordo anche un anno in cui un gruppo di turisti inglesi andavano in pulmino fino a Plan de Corones per poter sciare, perché era l’unica ski area in cui avevano i cannoni per la neve».

 

Nonostante le difficoltà economiche, si diventa consapevoli dell’urgente necessità di dotarsi d’innevamento programmato: nello stesso anno, infatti, viene costruito il bacino Plan Boè. «Anche nei periodi più critici, e anche di fronte alle più scoraggianti difficoltà, Ugo aveva la capacità di reagire e di trovare sempre delle soluzioni fuori dagli schemi» continua Cinzia, sottolineando quanto sia importante non abbattersi mai di fronte alle vicissitudini che la vita può presentare.

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Innovazione, espansione e sguardo verso il futuro

E arriviamo così agli anni più recenti, passando per alcune tappe importanti come la realizzazione della seggiovia “Le Pale” nel 1999, il primo impianto ad agganciamento automatico della Sit Boè, della nuova seggiovia “Burz” nel 2003 e della “Campolongo” nel 2007. Anni caratterizzati da una rapida evoluzione degli eventi, che forse ricalca un po’ l’originario spirito pionieristico che ebbe la società nei primi anni sotto la guida di Ugo.

 

Nel gennaio 2018, infatti, avviene la prima acquisizione di alcune quote di Sofma da parte della Sit Boè, primo di una serie di importanti operazioni di finanza straordinaria che portano Diego De Battista e Marco Grigoletto – in un periodo di soli 21 mesi – all’acquisizione della maggioranza delle quote di Sofma (53,51%), così come della società Padon Marmolada (94,5%) e all’acquisto del Rifugio Plan Boè. Nel giro di nemmeno due anni siamo passati dalla gestione di una società con 3 impianti, 2 rifugi e 14 piste ad una rete d’impresa, che va sotto il nome di Funivie Arabba, che riunisce 14 impianti, 5 rifugi, ben 42 piste e dal 2021 anche un campeggio a Malga Ciapela!

 

Oggi, dopo due anni di grandi incertezze e di chiusure forzate, la piccola – non più così piccola – Sit Boè compie 50 anni, in un anno che appare come l’emblema assoluto del superamento delle difficoltà e delle più grandi crisi. «A 50 anni dalla nascita della società, una parola emerge su tutte le altre: soddisfazione. Una grande soddisfazione che viene dal riconoscere che quello che siamo stati in grado di costruire è veramente qualcosa di grande, di cui sono sicura che Ugo sarebbe immensamente fiero». Ora non resta che guardare al futuro, animati da una certezza: comunque vadano le cose, noi continueremo a esserci.

«Dopo mezzo secolo dalla fondazione della società, un sentimento emerge sopra tutti gli altri: la soddisfazione di aver costruito qualcosa di grande. Qualcosa di cui Ugo sarebbe immensamente fiero». 

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