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Diego Cazzaniga, Direttore Generale

UNA VITA GUIDATA DALLA PASSIONE PER LA TECNICA E IL MONDO DEGLI IMPIANTI

29 gennaio 2024

Tempo di lettura: 6 min

Arrivato in Funivie Arabba nel 2019, ha portato nella società il suo know how, prendendo a cuore lo sviluppo di progettualità di medio-lungo periodo nel comprensorio Arabba-Marmolada. 

Diego, raccontaci un po’ di te! Quali sono state le tue esperienze precedenti a Funivie Arabba?

«Vengo dalla vicina Val di Fassa, da Pera di Fassa per la precisione. Ogni giorno percorro il passo Pordoi per venire qui ad Arabba e questo non fa che aumentare il mio attaccamento alla montagna e al nostro territorio. 

Mi sono formato tecnicamente nel campo aeronautico, ma da sempre la mia passione è stata per la tecnica e il mondo degli impianti. Ho iniziato la mia carriera nei primi anni Novanta lavorando per il Consorzio Impianti a Fune Tre  Valli, seguendo sia l’area di Moena/Alpe Lusia che l’area Falcade/San Pellegrino.

La mia era una doppia veste: assistente tecnico a supporto dell’ingegnere del Consorzio con un focus sulle sciovie e direttore di valle per il Dolomiti Superski.

Questa prima esperienza è stata di fondamentale importanza per consolidare contatti e rapporti con enti e stakeholders locali e delle valli limitrofe, fattore che si è rivelato estremamente utile anche successivamente. 

Nel 1997 colsi l’occasione di diventare direttore della Società Pordoi e lì vi rimasi per ben 22 anni fino a quando, nel 2019, arrivò la proposta da parte di Funivie Arabba.» 

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Mi sono formato tecnicamente nel campo aeronautico, ma da sempre la mia passione è stata per la tecnica e il mondo degli impianti

Cosa ti ha portato in Funivie Arabba? Che opportunità hai visto in questa società?

«Già da parecchi anni collaboravo con Marco Grigoletto e conoscevo molto bene Diego De Battista come imprenditore lungimirante, molto coinvolgente e vicino al territorio. In passato avevo avuto delle occasioni di scambiare qualche idea insieme e ho notato subito come le nostre vedute erano vicine.

I rapporti che avevo con Grigoletto e De Battista hanno sicuramente contribuito nel maturare questa scelta, conoscevo già molto bene Arabba a livello di morfologia del territorio e sviluppo degli impianti a fune, e le sfide di Funivie Arabba – società molto più grande rispetto alla Pordoi – hanno fatto sì che abbracciassi a pieno questa nuova avventura. 

La decisione di passare a Funivie Arabba arrivò infatti  in concomitanza con la fase finale delle operazioni di conferimento che hanno unito sotto un’unica bandiera le preesistenti società Impianti Turistici Boè S.p.A S.B e SOFMA S.p.a., controllando inoltre direttamente Padon S.rl. e Arabba Fly. Tutte società che da sempre mi hanno affascinato, con caratteristiche molto importanti: la Sofma, ad esempio, con lo sviluppo di Porta Vescovo è da sempre un punto di riferimento nel panorama alpino. Non da ultimo, l’attenzione al territorio e la decisione pionieristica di diventare Società Benefit. 

Negli ultimi anni, complice anche il Covid, non siamo riusciti a concretizzare molti dei progetti che sono però in itinere, con una previsione di concretizzazione entro i prossimi 3 anni: sostituzione di impianti importanti e potenziamento dei sistemi di innevamento, primo tra tutti lo sviluppo della zona di Malga Ciapela. 

Le cose da fare sono tante ma sono tutte molto belle e sfidanti!

L’avvio alla trasformazione e ristrutturazione della società è stato il primo passo concreto verso l’implementazione di progettualità che andranno a concretizzare lo sviluppo del comprensorio nei prossimi anni.» 

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L’avvio alla trasformazione e ristrutturazione della società è stato il primo passo concreto verso l’implementazione di progettualità che andranno a concretizzare lo sviluppo del comprensorio nei prossimi anni.

Cosa significa essere direttore generale di una società così grande e complessa? Quali sono state le sfide e le soddisfazioni più grandi?

«Nel mio ruolo di direttore mi occupo prevalentemente dell’aspetto tecnico, seguo tutto ciò che è legato agli impianti di risalita, alle piste da sci e all’innevamento. In particolare seguo la parte tecnico/amministrativa legata all’approvazione dei progetti.

Al giorno d’oggi si lavora costantemente tutto l’anno alla progettazione. Nel periodo estivo si passa ad una progettazione di tipo esecutivo, mentre nel resto dell’anno, in particolare durante la stagione invernale, si lavora sodo per poter avviare i cantieri a primavera non appena le condizioni climatiche lo consentono.

La più grande sfida è sicuramente legata alla programmazione che ci siamo dati, con una scadenza al 2025-2026 per concretizzare le progettualità messe in campo.

Vedere la concretizzazione di Funivie Arabba con le società preesistenti riunite sotto lo stesso asset, è stata sicuramente la più grande soddisfazione perché è il primo passo che getta le fondamenta per l’implementazione dei progetti di sviluppo del comprensorio. 

Sicuramente il fatto di lavorare ora al pari con le passate Sofma e SIT Boè non è banale: il passato decennale con organizzazioni diverse a livello di piste e impianti, ha influito molto sullo sviluppo gestionale delle singole società. Oggi la volontà di Funivie Arabba nel dare una visione comune e condivisa a tutti è una delle più grandi sfide, fermo restando che il dialogo tra i veterani del versante di Porta Vescovo e del versante di Arabba-Campolongo sta portando ad un confronto molto costruttivo per tutti.» 

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Mi occupo prevalentemente dell’aspetto tecnico, seguo tutto ciò che è legato agli impianti di risalita, alle piste da sci e all’innevamento. In particolare seguo la parte tecnico/amministrativa legata all’approvazione dei progetti.

Quali consigli daresti a un ragazzo o una ragazza che desidera lavorare nel campo degli impianti a fune?

«Sicuramente a livello di formazione consiglierei il campo meccatronico, perché ormai le competenze richieste nel campo degli impianti a fune presuppongono un buon livello di versatilità: si spazia dall’elettronica, alla meccanica fino all’idraulica. 

Viste le dimensioni di Funivie Arabba e delle società impianti a fune in generale, esistono posizioni lavorative molto specializzate, tuttavia l’avere un buon livello di versatilità e polivalenza dà senza dubbio una marcia in più.

C’è poi da dire che la varietà di impieghi nel corso dell’anno è proprio la parte bella di questo mestiere. Il gattista che in inverno guida i mezzi battipista è impiegato come escavatorista e nella manutenzione estiva, il macchinista che in inverno è sugli impianti durante l’estate si occupa delle manutenzioni/riparazioni elettroniche e meccaniche più specifiche.

Arrivare da noi consapevoli di queste prospettive permette di apprezzare la varietà del lavoro stesso, che porta ad una crescita personale professionale molto solida.

Quindi benissimo la formazione attraverso scuole e corsi specializzati, ma poi è fondamentale la formazione sul campo. Una delle forze di Funivie Arabba è infatti avere collaboratori che negli anni hanno sviluppato delle competenze molto importanti date proprio dalla morfologia del territorio sul quale operano. 

Quando abbiamo cominciato a far dialogare gli operatori dell’ex Sofma e dell’ex SITBoè, abbiamo notato che sono emerse competenze e modalità di risolvere le problematiche molto diverse tra loro, proprio per il fatto che i due versanti di Arabba hanno caratteristiche uniche e quindi le persone hanno sviluppato competenze di problem solving diversificate sulla base delle esigenze dell’ambiente stesso.

Oggi come oggi gli impianti a fune sono una realtà molto importante per i territori montani, per l’economia e il sostentamento dell’abitare qui. È molto importante che i ragazzi e le ragazze del territorio capiscano l’importanza delle società di impianti a fune, perché sono una delle garanzie che permettono loro di progettare il proprio futuro qui.» 

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